Una chiesa, una piazza e le case tutt'attorno. È questo uno degli schemi urbanistici prevalenti sull'isola d'Ischia, in particolar modo a Forio. Ovviamente, per assicurare preminenza agli edifici religiosi bisognava per forza di cose assecondare l'andamento stradale, anche a costo di soluzioni inconsuete come la facciata convessa della parrocchia di San Michele Arcangelo.
La chiesa di Monterone risale alla metà del XVIII secolo e sorge al centro di tre strade che conducono ad altrettante località: una alla parte alta di Lacco Ameno; un'altra al centro del paese; l'ultima in direzione della frazione di Panza. A volerne l'edificazione tal Erasmo Castaldi, la cui famiglia conservò il diritto di patronato sull'immobile fino al 1936, anno in cui la chiesa assurse a rango di parrocchia del popoloso quartiere di Forio.
Prima di questa data però occorre ricordarne un'altra. Nel 1910, infatti, a seguito di un'alluvione fu necessario procedere a un'imponente ristrutturazione dell'edificio. I segni più evidenti di quest'opera di consolidamento che, va detto, senza il contributo decisivo dei monteronesi non sarebbe stata possibile, sono il muro e la ringhiera che tuttora proteggono il sagrato che precede l'ingresso.
Del medesimo periodo anche l'orologio che campeggia sulla sinistra della facciata esterna. Un'opera voluta dall'allora parroco Don Pietro Calise per bilanciare esteticamente le campane dal lato opposto, e tuttavia assai utile per i braccianti del quartiere che la mattina presto si recavano a lavoro nei campi.
E, sempre a proposito di date significative, va ricordato anche il 1919. È di quell'anno la lapide marmorea subito dopo l'ingresso che ricorda la ristrutturazione cui abbiamo fatto riferimento poc'anzi. Fin da subito, infatti, la chiesa e la piazza circostante (Piazza Ss. Immacolata) conosciuta col toponimo dialettale di "Cerrillo" (o "Cerriglio") si sono rivelate indispensabili punti di riferimento per la vita comunitaria del quartiere, a conferma di quanto detto in apertura.
Un'importanza che va al di là del pregio artistico della chiesa. A parte, infatti, tre tele di Alfonso Di Spigna, nella chiesa di San Michele Arcangelo non ci sono altri quadri o statue di significativo valore artistico.
Al più, dopo aver visto la pala d'altare raffigurante l'Arcangelo Mi-ka-el intento a trafiggere il drago, e gli altri due quadri alle pareti laterali (l'"Adorazione dei pastori" a sinistra e l'”Immacolata con Santi e donatore" a destra) può essere interessante spostarsi qualche centinaio di metri per vedere l'Arciconfraternita Santa Maria Visitapoveri in Piazza Municipio dove sono custodite altre opere del Di Spigna.
Ciò detto, la chiesa di San Michele Arcangelo a Monterone è un altro capitolo della storia religiosa di Forio e dell'isola d'Ischia. Assieme alla chiesa Regina delle Rose, alla chiesa di Santa Lucia, alla cappella di Sant'Antonio Abate a Piellero, e soprattutto alla chiesa di Santa Maria al Monte, testimonia una volta di più l'importanza della religione nella vita degli ischitani.
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