Promuovere, valorizzare, divulgare il patrimonio storico, ambientale, enogastronomico dell’isola d’Ischia. Un’ambizione che a parole dicono di avere in molti, ma che in realtà richiede una passione e una dedizione straordinarie, perchè il "mestiere" di guida turistica non si improvvisa. Anni di studio e sacrificio, con competenze che vanno dalla didattica museale, alla ricerca scientifica fino all’organizzazione di mostre ed eventi, che meritano di essere "valorizzate" almeno quanto le bellezze paesaggistiche e ambientali che la natura e la storia ci hanno regalato. Un plauso perciò alla dott.ssa Ilaria Di Meglio, la guida che ha organizzato l’evento "Forio, Alla scoperta della città Turrita", accompagnando nelle festività natalizie tanti turisti per il centro storico del comune più grande dell’isola d’Ischia.
L’itinerario parte dalla Chiesa del Soccorso, una delle due cartoline simbolo - l’altra è il Castello Aragonese - di Ischia. La scelta del luogo è altamente simbolica per due ragioni: il Soccorso si trova a metà strada tra Punta Imperatore e Punta Caruso, le due colline che "abbracciano" Forio. La seconda è che il Soccorso è un compendio perfetto del territorio. Una chiesa senza nessun elemento decorativo di grande rilievo, eppure stupenda. Soltanto il bianco della facciata, il blu del mare e il rosso generoso dei tramonti di questo lato dell’isola. Con la possibilità, nelle giornate particolarmente terse, di assistere al fenomeno ottico del raggio verde, appena un attimo prima che il sole scompaia sotto la linea dell’orizzonte. Bella la scala a doppia rampa davanti il portale d’ingresso. Interamente in pietra e decorata con maiolicati del’700 realizzati dalla famiglia Chiaiese, una delle famiglie ceramiste più importanti di Napoli, maestri nella fabbricazione delle riggiole, le mattonelle lavorate e decorate a mano assai diffuse a Ischia e nella penisola sorrentina. I temi raffigurati sono quelli del martirio di Cristo, alternati a motivi naturalistici che ritornano anche nella Chiesa della Madonna delle Grazie. All’interno, la Cappella con il Crocifisso ligneo di manifattura spagnola dell’inizio del ‘500; la statua della Madonna del Soccorso intenta a scacciare il maligno con un bastone e, tanti, tantissimi, ex voto, testimonianze di un sentimento di fede popolare assai radicato, soprattutto tra i pescatori locali cui si deve anche l’edificazione della chiesa di Santa Maria di Loreto, una delle due basiliche pontificie di Forio.
Dopo la Chiesa del Soccorso la visita guidata fa tappa alla Chiesa della Madonna Delle Grazie. Più nota come chiesa dell’Arciconfraternita di Visitapoveri, è un edificio dell’inizio del XVII secolo, per lo meno stando ai primi documenti che accreditano dell’esistenza della chiesa e della congregazione, elevata a rango di arciconfraternita soltanto nel XIX secolo. L’interno, a una navata, presenta ai lati poderosi stalli lignei, gli scranni dove sedevano i membri della congrega. Alle pareti numerosi elementi decorativi in stucco e i tondi dipinti dal pittore locale Alfonso Di Spigna (1697- 1785), artista assai longevo per le aspettative di vita del XVIII secolo e, per molti anni, egli stesso priore della congregazione di Visitapoveri. Le tele, in cui è evidente la ricerca dell’autore attorno i temi della compostezza e della grazia in pittura, raffigurano le immagini mariane dell'Immacolata, l'Annunciazione, lo Sposalizio mistico, la Visitazione, la Natività e l'Assunzione. Bello anche il cortile rustico all’esterno. L’itinerario prosegue per il Corso Francesco Regine, con una sosta davanti la Torre Quattrocchi, una delle torri che costituivano il sistema difensivo dell’Università di Forio dagli attacchi dei pirati turchi, assai frequenti nel XVI secolo.
Subito dopo, l’ingresso nella chiesa di Santa Maria di Loreto, testimonianza della ricettività con cui Forio, ma l’isola d’Ischia in generale, seppero reinterpretare le tendenze artistiche provenienti dalla terraferma. Ci si soffermi, tra le altre cose, sul soffitto cassettonato e sul mosaico di marmi su fondo nero dell’abside maggiore: entrambi, richiami evidenti all’architettura barocca del XVII secolo.
La Chiesa di San Vito Martire è la tappa successiva. San Vito è il patrono di Forio, il santo cui i contadini foriani demandarono la protezione contro le malattie della vite, per secoli la coltura principale del territorio, fondamentale per il sostentamento della quasi totalità dei nuclei familiari, almeno fino agli anni ‘50 del secolo scorso. Non è un caso perciò che la statua del santo - realizzata in argento e rame dorato da un bozzetto del grande Giuseppe Sammartino - raffiguri, ben visibile, proprio un grappolo d’uva. Così come, non è un caso, che nella tela dell’abside maggiore "La Madonna con San Vito e Santa Caterina d’Alessandria" - pure questa dipinta da Alfonso Di Spigna -, sia raffigurato in basso a sinistra il celebre sky line di Forio, con il paesaggio tipico della viticoltura ischitana a fianco delle immancabili torri saracene.
La passeggiata prosegue poi per l’intricato dedalo di vicoli che disegnano il centro storico di Forio, fino ad arrivare al cospetto del Torrione, la più importante e la più antica delle torri costiere foriane. Una torre cilindrica costruita su 3 livelli, da anni adibita a museo civico cittadino. Al secondo piano, una permanente delle opere di Giovanni Maltese, l’artista ribelle di Forio che abitò in enfiteusi i locali della Torre. Al primo, vernissages, mostre, rassegne e tutti gli eventi culturali che, specie d'estate, fanno vivere uno dei luoghi più incantevoli di Forio.
Insomma, Forio è sempre disponibile a svelare il suo fascino e la sua storia, sempre che ci sia chi è interessato a conoscerla e, sopratutto, chi è in grado di divulgarla. Come lla dott.ssa Ilaria Di Meglio, cui va il nostro ringraziamento per la bella mattinata trascorsa e quello, anticipato, per le tante altre belle giornate che turisti e residenti avranno modo di vivere alla scoperta dei tesori dell’isola d’Ischia.
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