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Da Sant'Angelo a Serrara

La passeggiata di Via Iesca.

È ormai qualche anno che la FederTrek, ente sociale che ha per fine la promozione dell'escursionismo come strumento di conoscenza e difesa del territorio, organizza in Italia la "Giornata Nazionale del camminare". Nel 2014, grazie ai ragazzi di "Epomeo in sella", anche Ischia ha partecipato all'evento.

L'itinerario, con partenza da Fontana, prevedeva il raggiungimento dei Maronti per Via Iesca e poi la risalita fino al borgo di Testaccio per via Giorgio Corafà. Da lì si proseguiva per la collina che domina la Sgarrupata fino a Piano Liguori, antico villaggio contadino a quasi 300 metri sul livello del mare.

E poi giù per Ischia Ponte, Ischia Porto, Casamicciola, Forio fino al ritorno a Serrara via Madonnella, la parte alta del borgo di Sant'Angelo. Una passeggiata lunghissima (la partenza era infatti prevista alle 5.30 del mattino) in grado di testimoniare la straordinaria versatilità paesaggistico-ambientale dell'isola d'Ischia. Specie del suo versante meridionale solcato da profonde cave che declinano fino a mare.

E, infatti, scorrendo il percorso, ci siamo accorti che delle tante escursioni fin qui raccontate, all'appello mancava proprio Via Iesca, la strada che dal belvedere di Serrara porta fino ai Maronti. In realtà, ve ne abbiamo già parlato, optando per la parte di percorso che anziché sulla spiaggia dei Maronti conduce al borgo di Sant'Angelo.

Ora abbiamo colmato la lacuna, preferendo però affrontare il sentiero in salita, da Cavascura fino a Serrara. La scelta, sicuramente più faticosa, è motivata dalla maggiore aderenza in salita, oltre che dalla minore sollecitazione per le ginocchia. Due avvertenze che bastano a dissuadere chi non è in buone condizioni fisiche dall'effettuare quest'escursione in ambo le direzioni. 



Ciò detto, ne vale assolutamente la pena. Via Iesca è un compendio perfetto della doppia anima di terra e di mare dell'isola d'Ischia. Soprattutto, è un compendio perfetto della fatica di pescatori e agricoltori ischitani abituati da secoli a convivere con una natura allo stesso tempo generosa e difficile.

Generosa di frutti innanzittutto, ma pure di panorami, scorci e colori unici al mondo; difficile per l'orografia accidentata a cui gli agricoltori locali hanno storicamente opposto pazienza e ingegno proverbiali. Basta vedere dove sono stati realizzati alcuni vigneti per rendersi conto del perché spesso vengano utilizzati gli aggettivi "eroica" e "alpestre" per definire la viticoltura ischitana.

Più di tutto però, l'escursione di Via Iesca racconta l'"altra Ischia", quella meno turistica e perciò più autentica. Memorabili, a questo riguardo, le parole con cui Gianni Mura, giornalista sportivo e romanziere di successo, descrive nella prefazione al libro "Il Principe di Cavascura" questo spettacolare geosito dell'isola d'Ischia.


"Cavascura - scrive il giornalista de 'La Repubblica' - è uno dei luoghi più spiazzanti dell'isola d'Ischia. Più ci si allontana dal mare, (...) più sembra di essere in Cappadocia. Guglie, pinnacoli disegnati dal vento, pareti a picco piene di nidi degli uccelli. Ugualmente a picco, con pendenze da vertigine (o da paura) la stradina sterrata che porta su, a Serrara Fontana. Non è qui che troverete molti turisti, più attratti da altre e varie mondanità. Cavascura è un luogo diviso tra la solarità delle ginestre e il buio delle grotte".


Insomma, chi non si accontenta di visitare Ischia
, ma vuole afferrarne il "genius loci" farà bene ad annotare Via Iesca tra gli appunti di viaggio. Non ne rimarrà deluso!

Magia dell'isola d'Ischia!

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