"Tutto in quest’isola parla di mistero: l’eterno ondeggiare del mare, le balze profumate di origano e di menta selvatica, i paesucoli immersi nel verde... si ha l’impressione di trovarsi oltre il tempo, di dove si scorge la
vita, l’uomo in una pace serena, che infonde una soavissima e irresistibile ebbrezza di vivere!"
(G.G. Cervera, Questa è Ischia, Amodio, Napoli, 1955)
Sono passati molti anni da quando Giovan Giuseppe Cervera scrisse queste parole, eppure esse conservano la loro attualità. Merito, certamente, del talento di questo poeta e scrittore locale; merito, soprattutto, della straripante natura di Ischia, dei suoi paesaggi e dei suoi "mille panorami". E, tra i "mille panorami" un posto d'onore, meglio, il posto d'onore, spetta alla magnifica veduta dei Frassitelli.
Dai Frassitelli si scorge nitidamente il mare che bagna Forio; dai Frassitelli sono visibili le contrade del Ciglio e Panza (i paesucoli immersi nel verde di cui parla Cervera). Sennò, ancora più vicini, ci sono Calimera e Noia, due antichissimi borghi contadini che fanno parte del comune di Serrara Fontana. Non è finita qui perchè in questa piccola selva di acacie non mancano origano, menta, l'odorosa ginestra e, soprattutto, il coniglio selvatico, da sempre assiduo frequentatore del sottobosco dei Frassitelli e della vicina Falanga.
Mentre si percorre il sentiero che porta al "Salto degli Angeli", l'altro nome con cui è conosciuto il belvedere dei Frassitelli, scorgiamo tutt'attorno il paesaggio del vino di Ischia, felice sintesi del connubio tra la geologia, l'ambiente e il lavoro degli agricoltori, che qui hanno intensamente sfruttato la grande quantità di tufo verde, soprattutto per realizzare le "parracine", i caratteristici muri a secco a protezione delle terrazze dove veniva - e in molti casi viene ancora -, coltivato il vino.
Non è l'unico particolare: l'altra cosa che balza agli occhi, infatti, è che qui, lungo il versante occidentale del Monte Epomeo, i piani di terreno sono assai meno scoscesi e impervi di quanto non sia per il versante orientale dove, invece, si raggiungono punte di pendenza del 40% senza, tra l'altro, che vi siano mura a protezione dei preziosi filari di vite.
Va detto che il paesaggio di Ischia è molto cambiato rispetto agli anni in cui ne scrisse Giovan Giuseppe Cervera. Molti terreni agricoli sono stati abbandonati o, più spesso, sacrificati per favorire l'espansione urbanistica suggerita dal turismo. Non dappertutto e fortunamente non qui, in questo bosco di dimensioni assai contenute, epperò in grado di raccontare il "mistero" di Ischia come poche altri posti sull'isola. La "pace serena" e l'"irresistibile ebbrezza di vivere" cantate da Cervera sono ancora i sentimenti prevalenti davanti alla bellezza dei Frassitelli.
Provare per credere!!!
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